domenica 27 gennaio 2013

La deportazione dei bibliotecari scolastici nel 2013?


berlino2008
immagini della deportazione



book burning
Il rogo  dei libri


La storia sembra non aver insegnato niente ad alcuni. Una delle più incredibili tragedie dell'umanità, l'olocausto o shoah non ha ancora insegnato a qualcuno che la vita è sacra, che va rispettata. 



Il governo Berlusconi dal 2001 ha pianificato la deportazione del personale docente incaricato della  cura delle biblioteche scolastiche ad altri "lidi". Smantellare la cultura è sembrata una priorità sin da subito, a quel governo. Ma lo ripeto, nessuno me lo toglierà mai dalla mente, c'è qualche funzionario, che da allora in poi, governo che va, ministro nuovo che arriva al MUIR (che dei docenti bibliotecari scolastici nulla sa) - si premura di riproporre la nostra categoria cone "sacrificabile", ed ecco che rispunta la questione. Chiedo a quel funzionario di smetterla. Di mettersi una mano sulla propria coscienza, appena la ritrova. E di smettere di torturare i docenti bibliotecari. Si sente forte potente ed ariano, lui, sceglie di sacrificare noi con la  falsa, falsissima storia del risparmio di bilancio. Il risparmio di bilancio si fa intervenendo sulle ruberie, sugli sprechi, e non sui servizi minimi che ogni scuola deve avere.

Perché deportazione? 

Deportazione perché si è pianificato di prendere forzosamente circa 3000 docenti bibliotecari e contro la loro volontà spostarli nelle segreterie scolastiche.

Perché olocausto?
Perché non ci sono 3000 posti nelle segreterie didattiche, forse neanche la metà. Quindi, per tutti gli altri dopo un breve periodo di mobilità forzosa ci sarà il licenziamento. Intanto l'olocausto ci sarà anche per il personale ATA che a quei posti ha il sacrosanto diritto di accedere. E invece si troverà di punto in bianco disoccupato. E con l'allungamento dell'età pensionabile difficilmente si formeranno nuovi posti sia a breve che a medio termine.

Non occorre ricordare che l'uso del termine Olocausto viene anche esteso a tutte le persone, gruppi etnici e religiosi ritenuti "indesiderabili" dalla dottrina nazista, e di cui il Terzo Reich aveva previsto e perseguito il totale annientamento nel medesimo evento storico: essi potevano comprendere, secondo i progetti del Generalplan Ost, popolazioni delle regioni orientali europee occupate ritenute "inferiori", e includere quindi prigionieri di guerra sovietici, oppositori politici, nazioni e gruppi etnici quali Rom, Sinti, Jenisch, gruppi religiosi come testimoni di Geova e pentecostali, omosessuali, malati di mente e portatori di handicap.


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